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Valerio Varesi
�A MANI VUOTE� di Valerio Varesi

Recensione di Andrea Villani

Valerio Varesi, nato a Torino da genitori parmensi, vive a Parma e lavora a Bologna nella redazione di Repubblica. Nel �98 pubblica �Ultime notizie di una fuga� (Mobidick) liberamente tratto dalla fuga dei Carretta. Nel 2000 �Bersaglio l�oblio� (Diabasis) finalista al premio Scerbanenco poi, sempre con Diabasis nello stesso anno, esce la raccolta �Aelia Laelia Crispis� insieme ad altri undici scrittori, ispirata alla misteriosa lapide bolognese omonima. Nel 2002 esce �Cineclub del mistero� (Passigli) nella collana thriller e noir diretta da Raffaele Crovi, e riceve il premio Fedeli organizzato dal sindacato di polizia.
Nel 2003 esce �Il fiume delle nebbie�, che ha funzionato moltissimo anche in Germania, con Frassinelli, casa editrice con cui inizier� un solido rapporto, e pubblicher� �L�affittacamere� nel 2004 e �Le ombre di Montelupo� nel 2005. Nel �Le ombre di Montelupo� Varesi rappresenta attraverso l�effetto di una ambientazione appenninica , e in termini volutamente ridotti, la tragedia della �Parmalat� che per Varesi rappresenta molto di pi� che una colossale truffa internazionale. Varesi coglie uno degli aspetti pi� degradanti dell�epoca contemporanea ovverosia l�ingordigia senza limiti generata dal corrompimento dei valori trasmessi nel dopoguerra. Arriviamo dunque a questo gioiello parmigiano, dal respiro internazionale, che � �A mani vuote� stampato sempre da Frassinelli nell�Aprile del 2006 dove Valerio Varesi scavalca definitivamente il genere pur rimanendo fedele ai codici letterari che costruiscono la struttura narrativa del giallo, attraverso l�occhio del commissario Soneri, personaggio squisitamente padano, a cui immediatamente ci si affeziona, uomo ancorato a sani valori intellettuali, a partire dalla cucina, elemento culturale di non secondaria importanza, schivo ma alla fine bonario, riservato, originale ma in fondo caratterizzato da profonda umanit� e da un�intelligenza che smaschera quelle che sono le sue origini, cos� comuni a tanti emiliani come noi, compreso il sottoscritto, ovvero quelle contadine. Valerio Varesi ci racconta il mondo cos� come lo sa fare uno scrittore "attento" definendo come �attenzione� una delle doti principali del mestiere dello scrivere oltre che ingrediente indispensabile. Coglie, attraverso cronaca e realt�, il vero elemento letterario, che differenzia, come pi� volte ho insistito, il giornalista dallo scrittore, creando letteratura, quindi arte, contemplando, oltre che descrivendo, l�armonia delle emozioni piuttosto che la loro disarmonia. Valerio Varesi ci restituisce una Parma e un Parmense (sempre che Valerio ne voglia cogliere le differenze, alla prima occasione glielo domander�) attraverso un metodo di cui si avverte spesso l�assenza: appunto il metodo letterario. Ergo, il metodo artistico. (�Quando scese, via Cavour si apprestava a cambiare pelle. Negozi e uffici stavano chiudendo e le prime pattuglie di nottambuli cominciavano a sostituirsi agli impiegati e alle commesse (�) l�asfalto bolliva e si preparava a scaldare la notte tenendo la citt� dentro il suo paiolo�.) Valerio Varesi, con il rispetto dovuto a tanti colleghi parmigiani, riesce dove molti hanno fallito, restituisce le assenze motivandole, presuppone le velate intenzioni, avverte le strategie che possono progressivamente portare a un disfacimento di certe tradizioni date per scontate (� I soldi ci sono, la citt� � bella e il divertimento non manca. Abbiamo smesso di romperci il culo pensando a quello che dovr� venire e fra due generazioni ci si accorger� che non � stato prodotto nulla. Sperimenteremo il vuoto costatando che siamo rimasti al palo. Ma allora sar� troppo tardi e il teatrino con tutti i pupazzi verr� spazzato via con un colpo di vento�) In � A mani vuote� si avverte una letteratura di tipo elevato che non pu� semplicemente riconoscersi in un genere specifico e che, anche se Varesi trova pi� congeniale questa tecnica espressiva, lo porta ben al di l� di una �specie� e soprattutto di un branca di mercato. Cos� come Camilleri, quella di Varesi non pu� essere considerata letteratura di genere. Anche Gadda ha scritto gialli ma una volta scritti avevano gi� superato la definizione cos� come Simenon, l�inventore di Maigret, � considerato appartenente all�alta letteratura. Valerio Varesi, convinto, come lo sono io, che l�ambiente della provincia sia pi� rappresentativo di quello metropolitano, almeno da un punto di vista sociale, narra di ci� che pi� gli appartiene e lo fa attraverso un ritmo che assomiglia molto alla �Verde Milonga� di Paolo Conte e che ricorda anche quel fiume sornione che � il nostro Po, che arriva sempre (come il commissario Soneri) l� dove vuole arrivare. (�Mentre pensava a tutto questo, Parma gli scorreva davanti con i suoi monumenti, i marmi di Verona, le arenarie, il suo miscuglio gotico-romanico e il fiero profilo dell�Oltretorrente. Aveva l�impressione di avere di fronte una bella mela sempre pi� priva di polpa�) �A mani vuote� � dunque un libro che mi permetto di consigliare a tutti. Perch� pu� far bene a tutti nessuno escluso. E consiglio di leggerlo prima di questa fine annunciata, nella speranza di un miracolo parmigiano (che dovrebbe per� essere basato su presupposti addirittura in antitesi con quelli del cosiddetto �miracolo italiano�) una Parma con pi� gente come Varesi e meno come Tonna. Una Parma che non si dimentichi e che non si faccia dimenticare. Una Parma fatta anche di salumi e gutturnio ma soprattutto di commensali gradevoli anche se di testa un po� dura. Buona fortuna a tutti...
(�Soneri ud� le prime note mentre era gi� avviato. Anche il cielo aveva concesso una pausa e pareva ascoltare il vecchio suonare �Bella Ciao� quella vecchia canzone della resistenza. Il commissario si ferm�. Le note oscillavano nell�aria ondeggiando come un profumo (�) Sogn� per pochi secondi finche non lo riscosse un�imprecazione che tronc� la sonata. Da una finestra qualcuno berciava di smettere in una lingua sconosciuta imbastita d�italiano. Era finita...)

Andrea Villani