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GLI INVISIBILI
  Il commissario Soneri, della questura di Parma, deve chiudere il caso di un cadavere ripescato dal fiume, il Po, ormai da tre anni: i suoi colleghi, all’epoca, non solo non erano riusciti a capire se l’uomo si fosse ammazzato o se si trattasse di omicidio, ma non erano nemmeno stati in grado di stabilirne l’identità. Adesso serve un supplemento di indagine. Una cosa formale, viene spiegato dal questore a Soneri, quel che basta per togliere il corpo dalla cella frigorifera, tumularlo, e non pensarci più. Ma Soneri non è uomo adatto alle cose formali. E poi non si può seppellire la gente senza nome, gli dice Angela, la sua compagna di sempre; e così Soneri decide di riaprire davvero il caso. L’indagine lo porterà ad addentrarsi nel microcosmo del fiume, avvolto nelle nebbie dell’autunno padano, a cercare di rompere il muro di omertà che caratterizza quelle piccole comunità dove si annidano pescatori di frodo, piccoli delinquenti, grandi speculatori. E Soneri dovrà constatare una volta di più come la nebbia che circonda il fiume finisca per rendere invisibili le cose e le persone, cambiarne i profili, ingannare e a volte uccidere.  

Oro, incenso e polvere.

Il cadavere carbonizzato di una giovane immigrata rumena e la morte misteriosa di un connazionale sono il punto di partenza per quest'ultima indagine del commissario Soneri. La storia è di quelle sordide: lei, bella e sensuale, per sopravvivere frequentava un giro di ricchi parmensi, ma soprattutto era l'amante di un commerciante di gioielli sposato a una ricca orata, fornitrice di oggetti sacri per la Curia. Tutto filava nel tacito consenso generale, ma a un certo punto la ragazza si è scoperta incinta... e l'uomo, per non rinunciare alla sua vita agiata, l'ha eliminata. Ma questo delitto rappresenta solo una parte del marcio che Soneri andrà via via scoprendo nel corso della propria inchiesta.

La sentenza

1944. Bengasi e Jim sono due partigiani per caso. Il primo è un avventuriero, reduce della Legione straniera, dove si era rifugiato per sfuggire ai molti guai combinati in gioventù. Il secondo è un uomo senza scrupoli, un delinquente condannato per rapina e omicidio, che esce da San Vittore con lo scopo di infiltrarsi nella 47ª brigata Garibaldi. La montagna unisce i loro destini, l'amicizia li rende inseparabili. Oltre le donne, il sesso, la violenza, l'amore, il tradimento, la morte. Nonostante tutto, la guerra li farà diventare eroi e questa è la loro storia. Forse la loro leggenda.
Ultime notizie di una fuga: Amazon.it: Varesi, Valerio: LibriUltime notizie di una fuga
Parma, estate del 1989: le prime pagine dei giornali sono riempite dal caso di un'intera famiglia, i Rocchetta, inghiottita nel nulla. Unica traccia, un camper abbandonato alla periferia di Milano. Uno dei figli è un ex tossico, e la polizia comincia a indagare nel mondo della droga. Ma il commissario Franco Soneri, schivo, taciturno, segnato dalla vita, batte da subito una pista diversa. Chi è il capofamiglia, il grigio e anonimo ragionier Rocchetta? Si è davvero limitato a contare per anni i soldi del padrone nella ricca azienda di provincia? E soprattutto: come ha fatto a sparire senza lasciare traccia, insieme alla moglie e ai due figli? Con uno stile asciutto ed essenziale Varesi ci guida in un labirinto di intrighi, ricatti, silenzi omertosi, dove i protagonisti tentano di affrancarsi dal grigiore quotidiano per ritrovarsi comunque in un meccanismo più grande di loro, fino a rimanerne stritolati. Ispirato a un fatto di cronaca, "Ultime notizie" di una fuga è la ricostruzione di una scomparsa rimasta misteriosa. Ed è anche il primo giallo di Valerio Varesi, che sancisce la nascita del commissario Soneri, l'inarrestabile indagatore delle verità nascoste.
IL COMMISSARIO SONERI E LA MANO DI DIO
Sotto il ponte più antico di Parma, il cadavere di un uomo affiora dalla riva melmosa. È stato assassinato, e poi gettato in acqua chissà dove, finché la corrente non l'ha portato lì. Il commissario Soneri, incaricato delle indagini, si affida come sempre all'istinto e raccolti i primi, labili indizi, decide di risalire il fiume. In un freddo, piovoso pomeriggio di gennaio, il suo tragitto a ritroso lo conduce in un borgo isolato dell'Appennino, vicino a un passo percorso un tempo da mercanti e pellegrini e ora battuto da ambulanti extracomunitari, ma anche da "spalloni" della droga. I paesani parlano poco e malvolentieri, l'ostilità verso l'intruso, perdipiù sbirro, è palese, tuttavia Soneri arriva a scoprire in fretta l'identità della vittima - un ricco e temuto imprenditore del posto - e a legare il suo nome a un pesante scontro di interessi sul futuro di quelle montagne. Col passare dei giorni l'inchiesta si fa sempre più inquietante, mentre il commissario cerca, letteralmente, di trovare la pista giusta fra sentieri impervi che si perdono in un paesaggio intatto di neve, alberi e acqua. In questo scenario che lo affascina e insieme lo turba, s'imbatte in alcuni bizzarri personaggi, raccolti in una sorta di "comunità dei boschi", e in uno scomodo prete dalla fede eversiva, confinato per punizione in quel luogo dimenticato da Dio...
IL CINECLUB DEL MISTERO
«Valerio Varesi è uno scrittore che fa anche il giornalista con taglio investigativo. Racconta le cose come il commissario Soneri, che ormai, dopo alcuni romanzi, è diventato uno di quegli appuntamenti che la serialità del giallo ci regala, e si può benissimo avvicinare a figure riflessive, tormentate e concrete come il commissario De Vincenzi di Augusto De Angelis, il sergente Sarti Antonio di Loriano Macchiavelli o anche il Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco. Gente piena di dubbi, a cui non piace che le cose non quadrino. Per esempio, che ci sia un morto in un piccolo cineclub, deceduto di morte naturale, forse di infarto, che però ha un filamento dí cotone attaccato ad un herpes sul labbro, ed è amico di una donna il cui marito è stato ucciso. Cose che alla gente normale non direbbero nulla ma che ad uno come Soneri, o come De Vin-cenzi, come Sarti, come Lamberti, tolgono il sonno. Quando i personaggi funzionano è come se esistessero davvero e si muovessero per volontà propria. Per questo, a dare voce a un personaggio vero come il commissario Sonerí ci voleva qualcuno che le cose le sapesse (e le sapesse raccontare) come Varesi. D'altra parte, il commissario Soneri di sé dice: "Uno che fa questo mestiere trova banale ogni finzione".» (Dalla presentazione di Carlo Lucarelli)
Il commissario Soneri e la legge del Corano
Valerio Varesi non si limita a scrivere noir serrati e coinvolgenti, che tengono avvinto il lettore fino all’ultima pagina, ma utilizza il genere per illuminare i luoghi più scuri e inquietanti della nostra società, e per svelarne le contraddizioni. «Valerio Varesi scrive polizieschi che vanno oltre il genere.» - La Repubblica «Il commissario annuì. Anche in quello aveva ragione il magistrato. Per la prima volta non gli serviva a nulla conoscere Parma. Gli attori erano piombati sul palcoscenico da altre compagnie e parlavano lingue sconosciute.» Per la prima volta da molti anni, Soneri si trova spiazzato; ma non è il tipo di delitto su cui sta indagando, un omicidio apparentemente banale, a turbarlo. È il contesto. Tutto comincia con l’omicido di Hamed, un giovane tunisino che viveva nella casa di Gilberto Forlai, 76 anni, cieco, e che proprio nella casa di Forlai viene trovato morto. Seguendo le tracce di sangue di Hamed, Soneri si addentra sempre più nel mondo della comunità musulmana di Parma, nelle lotte di periferia dove la tensione tra immigrati e italiani è sempre più alta e minacciosa, e dove tutto si confonde. Quanto pesano le questioni etniche e il radicalismo religioso, quanto pesa la politica, e quanto pesa invece la dimensione criminale e in primo luogo il controllo del mercato della droga? Quali sono le vere alleanze, e quali le vere divisioni? L’unica cosa che accomuna tutto e tutti sembra essere soltantoo l’odio, sempre più manifesto e spudorato, sempre più palpabile: un odio che sta minando le basi di una città, di una società intera. Valerio Varesi, come sempre, non si limita a scrivere noir serrati e coinvolgenti, che tengono avvinto il lettore fino all’ultima pagina, ma utilizza il genere per illuminare i luoghi più scuri e inquietanti della nostra società, e per svelarne le contraddizioni.
Saimir è un giovane clandestino arrivato dall'Albania. Non ancora maggiorenne, lavora come muratore in un cantiere edile. Un tragico incidente sul lavoro ne spezza la vita e i sogni lasciandolo sepolto sotto un cumulo di macerie. Saimir è la metafora di un esercito in carne e ossa reso invisibile dall'amara realtà contemporanea: lavora in nero illegalmente senza alcuna garanzia o sicurezza. Per lui non c'è pietà, è solo la storia di un'altra vittima, un altro corpo che va a ingrossare la tragica lista delle morti bianche.

È SOLO L’INIZIO, COMMISSARIO SONERI

È una brutta giornata d'inverno. Dal suo ufficio in questura il commissario Soneri osserva innervosito la pioggia che cade a rovesci su Parma. Ma a distoglierlo da quello spettacolo deprimente arrivano, nel giro di poche ore, due drammatici annunci: il primo riguarda il suicidio di un giovane. Che si è impiccato in un vecchio albergo in abbandono, preparando con cura il proprio addio. Ha infatti una valigia di lusso accanto a sé ed è vestito con eleganza, però addosso non ha soldi né documenti. Soneri avvia l'indagine, mentre gli piomba addosso il secondo, tragico caso della giornata: un morto accoltellato. La vittima, per giunta, era un personaggio piuttosto noto in città: Elmo Boselli, leader del Sessantotto parmigiano, all'epoca grande agitatore di folle e seduttore impenitente. Il commissario intuisce che il movente politico non è la pista giusta e comincia a scavare nella vita di Boselli, inseguendo il filo di un suo antico, mai dimenticato amore, che lo conduce dall'Appennino emiliano fino al mare, nei borghi delle Cinque Terre. Dove, stranamente, approdano anche le ricerche sul misterioso suicida, un rumeno appartenente a un gruppo fascista di ultras della tifoseria spezzina. E lì, mentre riflette con amarezza sulle speranze e gli ideali di una generazione che sognava di trasformare il mondo ma ha lasciato una ben misera eredità ai suoi figli, Soneri riesce a ricomporre le tessere del complicato puzzle, identificando alla fine il colpevole.

LO STATO DI EBBREZZA

Un "viaggio al termine della notte" nell'Italia degli ultimi trent'anni.
La storia per Valerio Varesi è una passione necessaria, che innerva ogni sua pagina. Dandole un senso fatto di perdite e ricerca, memoria, indagine, impegno civile. - La Repubblica
Valerio Varesi sfrutta le sue grandissime capacità di narratore per costruire una accurata e spietata ricostruzione del passato italiano. - The Independent
Domenico Nanni è un uomo che sta facendo i conti con se stesso. A sessant'anno, si guarda indietro e quello che vede è l'immagine di chi non si è fatto scrupoli ad arraffare tutto ciò che poteva, senza nulla in cui credere se non successo, potere, denaro. Presto orfano di padre, cresciuto da una madre che ha sgobbato per potergli garantire un'istruzione, negli anni Sessanta, Domenico sposa gli ideali rivoluzionari, forse più per il desiderio di essere come gli altri che per convinzione. Giornalista di nera a l'Avvenire, per un po' se ne sta a guardare, ma ben presto inizia a cedere alle lusinghe di chi ha capito che non si vince più con le idee ma con la prepotenza. Con gli anni Ottanta inizia il gran ballo, e molti pensano a riempirsi la pancia, con buona pace di sogni e utopie. Nanni è uno di quelli. Con l'ascesa del Partito Socialista e la vittoria di una politica del bengodi, salta sul carro del vincitore. Si sporca le mani con la politica, l'industria, la finanza, e così attraversa gli ultimi quarant'anni della storia italiana. E la sua parabola diventa metafora di quella del nostro Paese. Fino a uno sconvolgente rigurgito di coscienza che regala al lettore uno sguardo affilato e spietato su una Grande Bellezza che ci ha lasciati con un gran carico di immondizia.

LE OMBRE DI MONTELUPO

Descrizione del libro Il commissario Soneri è in ferie a Montelupo, un paese dell’Appennino che ruota intorno al salumificio della famiglia Rodolfi. Il patriarca è l’anziano Palmiro, cinico e rozzo ma abile negli affari, mentre il figlio si è voluto staccare dalla terra per dedicarsi alla finanza e all’imprenditoria. Da un giorno all’altro il clan viene travolto da uno scandalo finanziario che coinvolge l’intera comunità e Palmiro, misteriosamente scomparso, ricompare nella notte per poi impiccarsi il mattino seguente. Dopo qualche tempo anche il figlio viene trovato cadavere. Ormai la faccenda si è ingigantita e l’inchiesta è destinata a mettere in luce un mondo dominato dall’avidità e dalla corruzione.
Il commissario Soneri e la strategia della lucertola

IL COMMISSARIO SONERI E LA STRATEGIA DELLA LUCERTOLA

Descrizione del libro In una Parma crepuscolare coperta da una spessa coltre di neve, il marcio sembra nascondersi ovunque: la corruzione dilaga, il crimine è fuori controllo e la rabbia cresce. Soneri è il più arrabbiato di tutti perché crede ancora nella giustizia e se la vede sfuggire di mano. Il commissario deve fare i conti con tre piste d’indagine, tre matasse il cui bandolo sembra impossibile da dipanare. Il primo gli arriva da Angela, la sua compagna, che gli segnala strani suoni provenienti dall’argine del fiume. Scivolando tra l’erba gelata, Soneri ritrova un telefonino – senza memoria – e misteriose tracce di cani che terminano nel nulla. Il secondo comincia in un ospizio, dal quale è scomparso un vecchio signore che la memoria l’ha persa a causa della demenza senile, e che sembra, invece, non aver lasciato traccia alcuna. E infine il terzo filone d’inchiesta porta Soneri verso le piste da sci sulle quali pare essersi dissolto come neve al sole il sindaco della città: tutti sapevano che sarebbe stato lì in vacanza, nessuno ricorda quando l’ha visto. Sin dall’inizio delle ricerche, Soneri sente che dietro quei casi si cela un’unica strategia, quella della lucertola. Ma questa volta l’inseguitore non si lascia ingannare.
   

TRILOGIA DI UNA REPUBBLICA

“Come il mio commissario Soneri di fronte a un morto ammazzato si chiede chi mai avrà commesso il delitto, così qualche anno fa, di fronte al cadavere della prima Repubblica trafitto dal ridicolo e sanguinante della vergogna di Tangentopoli, mi sono chiesto: chi mai avrà ammazzato i progetti di almeno tre generazioni in un cupio dissolvi etico e ideale che è alla base della crisi che stiamo vivendo? Ecco quindi una ragione sufficiente per cominciare un’indagine su questo nostro Paese e la sua storia. Da dove potevo partire se non risalendo a monte nella vita italiana fino al momento dello «stato nascente», quella lotta di Liberazione che ha forgiato la prima classe dirigente della Repubblica? Nasce dunque un racconto partigiano come ‘La sentenza’ che contiene la piccola storia dei personaggi e la grande storia che passa attraverso loro prefigurando il destino dell’Italia, Paese perdente ed eterodiretto dagli Alleati, ma vivo e fervente di idee. Idee che sbocciano tra scontri anche violenti nel primo dopoguerra, dove il passato non passa ma ripiomba sul presente con la sua mano pesante. ‘Il rivoluzionario’ racconta dei grandi progetti politici in competizione, fra «azionisti», comunisti, cattolici e socialisti riformisti. Una vicenda di grandi personaggi visti con gli occhi di due comunisti a Bologna, la città simbolo di un’altra Italia. La stessa in cui avviene l’ultimo attentato della strategia della tensione, il 2 agosto 1980. Quella strage chiude la stagione della grande politica, e apre il palcoscenico della politica vaudeville sul quale cominciano a danzare nani, sciantose e pagliacci, in una grande farsa generale. La racconto ne ‘Lo stato di ebbrezza’.” (Valerio Varesi)
LA PAURA NELL’ANIMA
Descrizione del libro La vacanza di Soneri in una località dell’Appennino viene interrotta: un uomo riceve un colpo di pistola a una gamba. Ma non ricorda nulla. Né chi gli ha sparato, né per quale motivo. E nei giorni seguenti il paese viene invaso dai carabinieri. È proprio in quei boschi, infatti, che si è nascosto il criminale più ricercato d’Italia, il serbo Vladimir, autore di rapine e omicidi poi datosi alla macchia. Ma i carabinieri, questa volta, sono convinti di averlo in pugno. L’unica cosa che lo spiegamento di forze dedicato alla caccia all’uomo riesce a ottenere è tuttavia il diffondersi della paura nel paese, tra gli abitanti, nell’animo dello stesso Soneri, stravolgendo la vita del paese, le abitudini, i rapporti umani…
Il caldo umido e appiccicoso di un agosto a Parma riflette, curiosamente, la condizione del commissario Soneri, alle prese con un caso bollente, che lo invischia sempre più e la cui soluzione non è affatto a portata di mano. Francesco Galluzzo, commerciante del centro, è stato picchiato a morte, in casa sua, da ignoti aggressori. Il movente della rapina è debole, mentre - dopo le prime indagini - sembra più consistente quello di una "lezione" finita male. Ulteriori ricerche indirizzano il commissario verso un noto usuraio, Gerlanda, a cui la vittima doveva dei soldi, e, successivamente, su una pista che odora di cocaina. Ma con il procedere dell'inchiesta il poliziotto si rende conto che la fine di Galluzzo rappresenta solo un dettaglio, un particolare quasi insignificante in un disegno più vasto nel quale la vera vittima è la stessa città. Che inesorabilmente qualcuno si sta mangiando a morsi voraci. Una criminalità di tipo nuovo, travestita da irreprensibili società finanziarie e immobiliari, ha rimpiazzato la vecchia guardia, costituita da tipi come Gerlanda, ormai buoni solo per la pensione. E al commissario non rimane che prenderne atto mentre, con amarezza mista a indignazione, si avvia a chiudere il caso. La sua Parma si è perduta, ha sostituito Mammona a Dio e preferisce vivere solo nel presente, meglio se con pochi sacrifici.
Mancano pochi giorni a Natale, la nebbia e il freddo mordono Parma, in preda alla gioiosa frenesia che precede le feste. Ma al commissario Soneri tutta quell'agitazione mette solo malinconia e malumore, specialmente da quando ha avviato l'inchiesta sull'inspiegabile omicidio di Ghitta Tagliavini, l'anziana titolare di una nota pensione nel centro storico. La vittima lui la conosceva bene: nelle sue stanze aveva incontrato Ada, la ragazza che aveva sposato e purtroppo perso troppo presto in circostanze drammatiche. Ma le ricerche gli rivelano molti dettagli inquietanti: Ghitta non era la disponibile affittacamere che rammentava, ma una donna temuta e senza scrupoli, che si era arricchita trasformando la pensione in un albergo a ore e praticando aborti illegali. Forse la spiegazione della sua brutta fine va cercata in queste attività illecite, ma forse c'è dell'altro, qualcosa di più misterioso che il commissario oscuramente teme, perché intuisce legato anche al suo matrimonio e ai suoi sentimenti più profondi Un giallo d'atmosfera, dove al crescendo della suspense si accompagna un dolente scavo nella psicologia dei vari personaggi, per svelare infine, insieme con la soluzione del crimine, un secondo, ancor più irrimediabile dramma.
Nel paesaggio di acqua e nebbie della Bassa il commisario Soneri si trova a suo agio. Insieme con gli anziani del posto è tra i pochi a conoscere quel tratto del Po, a sapersi muovere tra gli argini,le golene e i casolari sparsi in una terra che sembra agitata da fantasmi. Ma le cose stanno cambiando: gli speculatori rubano la sabbia del fiume, gli slavi pescano il pesce siluro e trafficano con le armi e c'è persino una banda che rapina i bancomat con l'esplosivo. Stavolta però succede anche di peggio: nel giro di un giorno spuntano due cadaveri: un giovane ungherese e un ex comandante partigiano..Un'altra inchiesta per il commissario Soneri, in un romanzo dal gusto intenso e profondo.
All'alba della Liberazione, dopo lo scempio della seconda guerra mondiale e quando ancora scorreva il sangue della lotta antifascista, un'intera generazione di uomini e donne ha creduto di poter cambiare il mondo. Ha creduto invano di poter essere protagonista di una rivoluzione poi ricondotta dentro gli argini fragili della dialettica politica tra i partiti. Ma a qualcuno quegli argini andavano stretti. A uno come Oscar Montuschi, per esempio, che dopo aver combattuto da partigiano a vent'anni, sente il diritto di avere un futuro da protagonista, magari con Italina, la bella figlia del Cavazza, un comunista che ha speso la vita per la causa. Lei, donna concreta, singolare impasto emiliano di etica cristiana e dottrina socialista, è il perno di una famiglia povera ma ansiosa di riscatto sociale che, in una Bologna distrutta, ripone nel più grande partito comunista dell'Occidente la speranza in un avvenire dignitoso. Ma a Oscar proprio la gerarchia di quel partito, la sottomissione alla realpolitik e i compromessi travestiti da perdono ben presto iniziano a stare stretti. A lui pare che l'incarnazione dei suoi ideali sia nello spirito cooperativo, in un'organizzazione del lavoro in cui tutti sono contemporaneamente padroni e lavoratori senza più contrapposizione. Un sogno egalitario che Oscar coltiva per la vita intera e che tenta di realizzare nella Bologna della ricostruzione prima, nella Mosca poststaliniana poi e infine nell'Africa rivoluzionaria all'indomani del crollo degli imperi coloniali. Ma il sogno è una chimera che ogni volta si sottrae lasciando una scia amara, una linea d'ombra che il protagonista attraversa solitario sacrificando briciole di cuore e di anima. Dalla guerra partigiana al socialismo reale, fino al terrorismo e alle bombe nelle piazze, il gelo della disillusione trafigge Oscar. Per lui la rivoluzione non è un pranzo di gala, ma un pasto amaro. Un grande romanzo italiano, il coraggioso e provocatorio affresco della prima repubblica raccontato attraverso le vicende di un uomo comune. Un libro unico, nel quale la Storia è raccontata dal basso, in tutta la sua travolgente ineluttabilità. Una storia di uomini e donne che non rivede solo il passato, ma legge con lucidità anche il nostro presente.
Protagonista di questo noir di ambientazione padana o, meglio, emiliana, è il commissario Soneri. Un po' Montalbano e un po' Maigret, amante della buona tavola e del vino della sua terra, è rimasto precocemente vedovo e oggi l'amore ha per lui i lineamenti irregolari e il temperamento infiammabile, ma in fondo affettuoso, di Angela, un'agguerrita avvocatessa poco incline a una relazione tranquilla e "pantofolaia". Per questa indagine il commissario è costretto ad abbandonare il terreno familiare della sua Parma per spostarsi, in un freddo autunno, lungo le sponde del Po, il fiume "che dà e prende", dove sopravvivono ancora attività antiche e, nella memoria dei vecchi, i ricordi sempre vividi della guerra e della Resistenza. L'inchiesta appare difficile sin dalle prime mosse, perché ruota intorno alle morti misteriose di due anziani fratelli, con un fosco passato di attivisti ai tempi del fascismo e di Salò. Il Po è in piena per delle piogge incessanti, e in questo fantasmatico paesaggio di acque, golene, nebbie fitte, case semisommerse e strade impraticabili, il commissario procede a tentoni, sulla base di labili indizi e di intuizioni nate dai continui confronti con gli anziani del luogo. Che tra mezze parole, eloquenti silenzi e reticenze, alla fine lo condurranno - loro malgrado - sulla pista giusta. Una pista che arriva da un remoto passato, e che si lega a una vendetta consumata come un piatto davvero freddo...
Tutto comincia in una giornata qualunque, in una città del Nord Italia, quando a Fernando Savani, redattore di un quotidiano locale, viene rubato il portafogli che ha posato un istante sul tavolino di un bar. Il ladro può essere solo un cliente, che però, anziché fuggire, se ne sta tranquillamente seduto, a fissare con aria di sfida la sua vittima. E poiché quest'ultima non ha il coraggio di affrontarlo a muso duro, poco dopo se ne esce indisturbato dal locale. Sembra un episodio irrilevante, ma per Fernando segna l'inizio di una nuova, drammatica fase della sua vita. Per il giornale si deve infatti occupare del suicidio di un noto imprenditore con la passione per l'arte e lui stesso pittore dilettante. Un personaggio dai contorni ambigui e che tuttavia si rivela anch'egli vittima di un mondo che approva e premia solo i più forti, i prepotenti e tutti quanti sposino la logica del profitto. A poco a poco, Savani comincia a percepire molte analogie tra il suicida e se stesso e a dispetto del suo quotidiano - che vuol dare in pasto al pubblico la storia di un aspirante artista fallito, amante del gioco e deluso dalla moglie, che Io aveva tradito - è intenzionato a vederci più chiaro nella vicenda e soprattutto a fare della buona, corretta informazione. Impresa vana, come dimostreranno i successivi, tragici eventi che capiteranno in città e che Io coinvolgeranno sempre più sul piano personale, relegandolo tuttavia, sul versante professionale, al ruolo di insignificante gregario.