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Oro, incenso e polvere

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Valerio Varesi ha il dono di essere un italiano amato dai francesi, cosa assai rara. Per questo proponiamo la traduzione di una critica, a due voci, relativa ad Oro, incenso e polvere, vale a dire:  “Or, Encens et Poussière”.

Ad ogni città il proprio autore di Polar (crasi delle parole policier e noir).
Parma è la città di Soneri del quale appare la quinta avventura tradotta in francese.
Scrittura fluida, senso del dialogo, arte dell’intreccio e fascino inebriante della malinconia. Tanto basta per farvi desiderare un viaggio a Parma…
Oro, incenso e polvere di Valerio Varesi. Tradotto in francese da Florence Rigollet, edizioni Agullo.

Michel Abescat:
Questo romanzo mette in scena la città di Parma che diventa uno dei personaggi del racconto fin dall’inizio e poi Soneri, protagonista altamente saporoso, interessante e complesso. Poi c’è Valerio Varesi, parmigiano, laureato in filosofia, giornalista di Repubblica.
Il romanzo inizia con Parma immersa nella nebbia, e non è la prima volta, segue una scena piuttosto “dantesca” di un’enorme tamponamento a catena. Macchine e camion rovesciati, tori fuggiti dai cassoni che si aggirano per la strada…Nei pressi c’è un campo rom temuto da tutti per il timore di furti ed i soliti stereotipi razzisti. Soneri viene mandato in loco perché è il solo che sa sbrogliarsi nella nebbia in quanto conosce benissimo quei luoghi. Infatti presto scopre un corpo carbonizzato in fondo ad una scarpata, non c’entra nulla con l’incidente e si trova lì da diverso tempo.
Si viene in seguito a sapere che si tratta di una giovane donna rumena la quale in passato ha avuto diversi amanti nella Parma che conta.
Parallelamente, l’indomani mattina, sulla scena dell’incidente, si scopre il cadavere di un vecchio rumeno di Bucarest morto d’infarto all’interno di un Autobus e di cui nessuno si era curato.
tutto questo avviene in un momento difficile per Soneri il quale è in crisi con Angela in quanto lei conosce un altro uomo e non riesce a decidere tra i due.
In conclusione un eccellente Polar, con un’ottima trama, che si legge con molto gusto.

Christine Ferniot:
Sono d’accordo davvero un ottimo polar, Varesi ha il senso dell’intrigo, ma quello che io amo sopra ogni cosa sono le personalità dei differenti eroi: Soneri è esattamente il contrario di quei personaggi da Thriller con le braccia grosse e che avanzano nella vita solo con delle certezze. Il commissario Soneri è un ragazzo, al contrario, che esita, ha una forte morale, ma esita sempre, un innamorato piuttosto preso, che passa il suo tempo a ricercare. Per questo lo amo molto.
L’eroina principale del romanzo è Parma, questa città che si conosce poco, incredibile, settentrionale, della pianura del Po. Nella quale l’atmosfera e il meteo sono estremamente importanti, quest’aria ovattata che troviamo anche nelle Ombre di Montelupo, un altro libro nel quale non si sa mai fino in fondo chi sia veramente il personaggio che ci appare davanti. Nei due romanzi in particolare le donne sono cangianti, dalla ragazza rumena ad Angela, e io amo enormemente questa poesia, questa malinconia, tutto molto singolare. La scrittura di Varesi è assai politica, anche lui come Soneri prende il suo tempo per pennellare i personaggi.

Michel Abescat:
E’ anche notevole il senso dell’umorismo e l’autoironia di Soneri che rapportandosi al suo giovane collega ispettore Juvara fa notare il suo vecchio stile nel condurre le inchieste. in particolare come lui si senta riaffiorare dal Paleozoico ogni volta che Juvara parla di PC e tecnologia.

Christine Ferniot:
Sì un’ironia molto italiana che ritroviamo anche in Camilleri, recentemente morto. Poi molto importante un elemento che condividono i due autori è la golosità dei protagonisti. Soneri come Montalbano dedica molto tempo nel descrivere i piatti e le leccornie della propria regione. Si ha come l’impressione che entrambi appartengano alla stessa collana di perle nella quale si susseguono umorismo, critica sociale, cibo e tutto ciò ci fornisce un’ambientazione molto familiare e umana.

Michel Abescat:
In realtà per me sono assai diversi i contesti del Nord e del Sud dell’Italia.
Quello che trovo di diverso sono le storie, c’è qualcosa in Soneri di malinconico relativo alla delusione nel vedere la decadenza di Parma divenuta città di affaristi e faccendieri collusi con la mafia, tradita nel suo spirito ribelle e resistenziale. E’ qui il nodo interiore di Soneri: da una parte il realismo raziocinante e dall’altra l’idealismo e il romanticismo. Io personalmente trovo questo molto, molto bello.

Christine Ferniot:
Sì hai ragione, non dobbiamo pensare al polar italiano come a quello francese, ma c’è una familiarità che troviamo a Sud e nel Nord, soprattutto nella critica sociale molto forte che fa pensare ad un nostro amato autore Giorgio Scerbanenco.

Michel Abescat:
Scerbanenco è un po’ il padre del polar italiano, era d’origine ucraina, ma è un autore milanese, che bisognerebbe riscoprire. Perché scolpisce perfettamente l’ambiente milanese.

Michel Abescat e Christine Ferniot: complimenti alla traduttrice Florence Rigollet che definisce tutte le finezze e le sfumature del libro di Valerio Varesi, che, una volta letto, invoglia a farsi un giro turistico in Italia.