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221 B Baker Street – Valerio Varesi ci racconta Parma e la Bassa parmense del Commissario Soneri

Valerio Varesi ci racconta Parma e la Bassa parmense del Commissario Soneri

Con questo primo servizio debutta, sulla web tv di My Urby,  una nuova serie: “221 b Baker Street”. 

Come si può desumere già dal titolo in questo programma parleremo di misteri e racconti gialli. Lo faremo, incontrando i migliori giallisti italiani e non, analizzando e facendoci raccontare i loro romanzi, i loro personaggi e lo sviluppo delle vicende che li vedono protagonisti. Per questa prima puntata, vogliamo farvi una sorpresa proponendovi un servizio, il primo di una lunga serie di speciali, che abbiamo voluto chiamare “i Luoghi del Delitto”, in cui visiteremo con gli scrittori i luoghi in cui i protagonisti dei loro gialli vivono e si muovono.  Oggi viaggeremo insieme a Valerio Varesi, giornalista e scrittore, a Parma e nella Bassa parmense ovvero i posti in cui sono ambientate le vicende del protagonista della sua celebre serie il Commissario Soneri. Valerio Varesi,  può essere annoverato tra i più capaci scrittori italiani di romanzi gialli. Abbiamo detto italiani ma,  avremmo dovuto dire mondiali, almeno a giudicare dal grande successo che sta riscuotendo anche all’estero.  In particolare in Francia dove, i suoi romanzi, che sono ripubblicati dall’editore Agullo, stanno riscuotendo  un notevole consenso. Così come ha avuto successo la sua ultima fatica “Gli Invisibili” che, pubblicato in una collana del Giallo Mondadori dedicata alle eccellenze del romanzo di questo genere, ha dato la giusta consacrazione al Varesi giallista.Uno scrittore del  calibro di Valerio Varesi non ha  bisogno di presentazione ma, ci fa piacere, raccontare ai nostri lettori del Valerio Varesi uomo, e non solo giornalista e scrittore, così come lo conosciamo noi. Sperando che lui, sempre molto schivo non se abbia a male e, se così fosse, gli chiediamo perdono fin da ora. Varesi nasce come giornalista, attività che svolge tutt’ora come redattore di Repubblica. Senza dubbio ha il merito di appartenere a quella schiera di giornalisti che svolgono il proprio lavoro con serietà e competenza. Vi racconto un’aneddoto, anni fa, nel corso di un intervista il Generale Garofano, erano i giorni delle sue burrascose dimissioni dall’incarico di Comandante del R.I.S. di Parma, ci confidò che Varesi era uno dei pochi giornalisti attento e corretto che aveva avuto modo di conoscere nel corso del suo lavoro.  Perché Varesi ama il proprio lavoro di cronista di nera e, come ogni buon giornalista, di analista del mondo che ci circonda e dei suoi mali.  A  dimostrazione di ciò possiamo dirvi che tutte le avventure del commissario Soneri traggono ispirazione da fatti veri o comunque verosimili. Così come la profondità delle analisi del contesto sociale che troviamo nei suoi romanzi. Non solo quelli gialli, ma anche nella trilogia che Varesi ha dedicato alla storia del nostro Paese e alla sua evoluzione sociale, dalla Resistenza al Governo Berlusconi. Tre romanzi di spessore scritti con cognizione di causa e con sguardo profondo sulla società italiana che, se non l’avete già fatto, vi consiglio di leggere. Ma torniamo al nostro viaggio sulle tracce del commissario Soneri.  Il nostro eroe ha una personalità ombrosa come le nebbie della sua terra. Umorale,  tendente alla melanconia, ma sempre profondamente umano e portato a cercare il buono che c’è in ognuno, anche nei criminali, infatti, Soneri, li vede spesso come delle vittime a loro volta. Vittime delle situazioni, del condizionamento sociale, di una realtà spesso ambigua, inumana se non addirittura feroce. Da molti è stato definito il Maigret  italiano e , anche se non amiamo molto i paragoni,perché siamo convinti che ogni scrittore dia un’anima propria ai suoi personaggi, dobbiamo ammettere che Soneri ha molte caratteristiche in comune con il commissario d’oltralpe. Il mondo di Soneri è la sua città, Parma, la Bassa e il Po, con le loro nebbie, la loro soave melanconia, il loro essere appassionate e sanguigne, come coloro che vi vivono. Possiamo dire che il mondo del Commissario è “il Mondo Piccolo” di Don Camillo e di Peppone. Terre che Varesi ama molto, perché sono le sue terre, di cui lui è parte e che sono parte di lui, così come era per Guareschi. E come Giovanni Guareschi, ma anche come Cesare Zavattini e Mario Soldati, Varesi ha la capacità di dare vita ai luoghi e di farli diventare veri personaggi indispensabili allo svolgimento delle vicende e per tutti il protagonista principe è il Po. Il grande Fiume che da la vita ma sa anche essere oscuro e temibile, che nasconde ogni segreto per svelarlo a suo piacimento. Con Maigret di Simenon, ma anche con molti commissari del giallo italiano, primo fra tutti Montalbano di Camilleri, Soneri condivide  il gusto per l’indagine tradizionale, che potremmo definire “umanistica”, fatta di intuito, deduzione, ricerca, rapporti umani ed empatia. Il Commissario, di Valeri, se può, evita l’azione frenetica e violenta, a vantaggio dei rapporti umani, fatti di comprensione e immedesimazione. Un’ indagine fatta di parole ma anche di silenzi, di cose dette e di cose non dette, di intuizioni o  deduzioni. Soneri  condivide con Maigret, Montalbano, ma anche con altri “commissari di carta” come Bordelli di Vichi o Schiavone di Manzini, un’altra passione, da buon italiano, o meglio da buon emiliano, quella per la buona cucina, per i prodotti e i piatti della sua terra, magari rustici ma che sanno donare sapori e piaceri unici.

Alberto Tenconi